La sposa cadavere

Titolo: La sposa cadavere
Autore: Friedrich August Schulze trad. di Chiara Gianni
Editore: ABEditore
Data di pubblicazione: 13 marzo 2024
Genere: Narrativa, gotico
Pagine: 120

 

Buongiorno, rieccomi per parlarvi di un racconto a me caro, portato in luce dai bravissimi ABEditore con un volumetto ben curato e tradotto in modo eccellente.

Sto parlando della Sposa cadavere, acquistato alla fiera Marginalia dove ho potuto finalmente scambiare quattro chiacchere direttamente con la casa editrice.

Ecco la trama:

“La fortuna di “La sposa cadavere”, che parte da un’antichissima leggenda ebraica per evolversi in un gioco di cornici, è particolarmente interessante perché non si limita solo ai suoi contemporanei. Oltre ad aver influenzato alcuni delle maggiori scrittrici e scrittori del gotico inglese, ha notevoli affinità anche con “L’uomo della sabbia” di E.T.A. Hoffmann o “La donna dal collier di velluto” di Alexandre Dumas; giunge infine ai giorni nostri quando, nel 2005, il grande regista Tim Burton ne ha tratto il pluripremiato film d’animazione in stop-motion, “Corpse Bride”. Anche se la storia ha sempre risvolti e finali differenti nelle diverse versioni che si susseguono nei secoli e attraversano il mondo, il tema centrale che permane è quello dell’espiazione di una colpa o della riparazione di un torto subito nel contesto di un legame sentimentale. Questo è ciò che avviene nella leggenda popolare tramandata oralmente riportata da Schulze nell’ultima cornice della sua novella. Secondo questa leggenda, il fantasma di una donna vaga da secoli per la terra col fine di espiare la colpa di aver abbandonato l’amato portandolo alla morte, e assume di volta in volta nel corso dei secoli l’aspetto di giovani donne affascinanti per sedurre gli uomini, finché non troverà quello capace di resisterle. Uscendo dalla dicotomia tipicamente ottocentesca che vede la donna di volta in volta come espressione o della femme fatale o della Santa, della seduttrice o della brava moglie, nel suo testo Schulze promuove un personaggio femminile ambivalente capace di riassumere in se stesso entrambi questi aspetti e soprattutto avvalora la questione dell’alleanza fra donne, assente in altri testi del tempo o precedenti.”

Come già detto la storia narrata da Schulze è ben diversa da quella che noi tutti conosciamo grazie al mitico Tim Burton e, non solo non ha un lieto fine, ma non ricorre neanche l’elemento dell’anello.

Nell’introduzione troviamo le origini del racconto, della raccolta Fantasmagoriana, famosa per aver ispirato autori dalla mente brillante come Lord Byron, John William Polidori e Mary e Percy Shelley. Cinque di queste storie erano tratte dai primi due volumi dell’antologia Gespensterbuch curata da Friedrich Laun, pseudonimo di Friedrich August Schulze, tra cui era presente la citata Sposa Cadavere.

“Allora” dissi, “dovete permettermi di raccontarvi una storia che penso possa toccarvi da vicino.”

“A noi?” chiesero le signore, mentre lanciavo un’occhiataccia al duca che, trattandomi con sospetto ormai da diversi giorni, la incassò con il volto pallido tipico di chi ha una cattiva coscienza.

“Almeno questo è cio’ che penso!” fu la mia risposta. “Tuttavia, mio caro conte, spero mi vogliate perdonare se il soprannaturale si intreccerà qualche volta con il mio racconto.”

“Con piacere” rispose ridacchiando.

Una storia di fantasmi e di tormenti, di spose che ritornano in vita sottoforma di donne dai volti diversi, per spezzare legami e arrecare vendetta e dolore.

Grazie alla postfazione della bravissima traduttrice vi è anche una riflessione sulla figura della donna, del patriarcato e del doppio, riflessioni, a mio avviso, molto interessanti che rendono questo piccolo volume ancora più ricco

“La modernità dei personaggi femminili di Schulze sta proprio nel fatto di presentare un modello di femminilità, oltre che poliedrico e non stereotipato, anche promotore di una forte alleanza tra donne, aprendo la strada a una visione molto più autonoma e indipendente dei rapporti di genere, sicuramente all’avanguardia per il suo tempo”.

Non aggiungo altro, ma al solito, come per tutti i volumi ABEditore, ne consiglio l’acquisto per arricchire la propria libreria personale.

Lascia un commento