
Autore: Aurora Nardoni
Editore: Antica Quercia Edizioni
Data di pubblicazione: 8 novembre 2022
Genere: epic fantasy
Pagine: 600
Buongiorno lettori, è da un po’ che non aggiorno questo blog, e spero di riprendere il ritmo e parlarvi presto di altre letture ed emozioni.
Oggi vi parlo di Aurora Nardoni con il suo epic fantasy “Le terre di Narwain. Il figlio dell’Oblio” e ringrazio l’autrice per la copia digitale e la collaborazione.
Prima di tutto devo raccontarvi un po’ dell’autrice, che si è distinta fin da subito per la volontà e la forza con cui ha fatto conoscere la sua opera, studiando appositamente un gruppo reviews e altri gruppi discussione, e mettendosi in prima linea per parlare a braccia aperte dei personaggi e delle ambientazioni da lei creati.
Non è facile gestire il tutto, e mi sono accorta di quanta passione e amore traspare dalle azioni di Aurora Nardoni, nel condividere con noi lettori emozioni ed ipotetiche crush sui personaggi, gossip e rumor.
Diciamo che non è stata solo una lettura, ma un’esperienza appieno dentro il mondo di Narwain.
Si tratta del primo romanzo di una saga, anche se l’autrice ha già pubblicato altri racconti.
Eccovi, intanto, la trama:
Qualcosa a Narwain sta cambiando.
Creature nefaste e demoni sanguinari infestano le strade dell’Isola Crepuscolare e nella fredda terra di Jorgenar gli antichi Déi si risvegliano, all’alba di una nuova alleanza tra clan.
Il potere nascosto e diviso delle gemme di Vaya sta per tornare alla luce, mentre l’Oscurità del Valak’mir incombe silenziosa.
Una ragazza senza possibilità di scegliere,
un cacciatore in cerca di redenzione,
una corsa contro il tempo e le mire di un mago corrotto.
La storia di un mondo sull’orlo del caos.
Le terre di Narwain. Il figlio dell’Oblio, come vi accennavo prima, è il primo libro di una saga fantasy ambientata nel mondo di Narwain, già descritto in modo perfetto dalla prima pagina:
Sette sono le terre che compongono Narwain e quattro i nomi con cui le genti del nostro mondo chiamano il sole.
A nord, la dura Jorgenar si estende tra i fiordi del Mar dei Ghiacci e il sole, che il popolo Voinn chiama Jorg, illumina lo scranno del loro re.
Al confine con i Monti Innevati, si erge la Nazione di Miz-Kun, guidata dalla saggezza dei suoi maghi e dalla forza dei generali Shu-Dam.
Al centro, il calore rovente del sole, ora noto come Rash, fa risplendere l’oro dei palazzi di Na’Rahiq, terra consacrata dal fuoco del dio Shevarash.
Ad ovest, il luminoso regno di Heldras si erge come una stella nel buio e l’immagine del sole Menas riflette la gloria della dinastia Meranvar.
A sud, la sacra foresta di Phenor, ricopre la punta estrema di Narwain, dove lo spirito divino di Thelandira riposa. Nel caldo Mar dei Coralli si trovano le isole dell’Arcipelago Azzurro, ora note alla corona di Heldras come le Terre Libere del Mare.
Ad est, invece, non v’è nulla se non ombra e distruzione.” Tratto da “Storia e culture del nostro mondo” di Lithus Bren, biblioteca del palazzo reale di Daridas.
Come vedete già dalla citazione sopra, la scrittrice crea un meraviglioso worldbuilding che non è affatto semplice, bensì collegato ed intricato e, nonostante cio’, spiegato alla perfezione. Mi piacerebbe che Narwain fosse reale per poterla visitare in ogni suo angolino di bosco nascosto…
Ritornando al libro, un altro elemento che mi ha colpito molto oltre al worldbuilding ben costruito, è stato l’alternarsi dei capitoli con i diversi punti di vista dei due protagonisti: Gedhys e Vreman.
Gedhys è una ragazza forte e cocciuta, cresciuta in una famiglia con buone radici, ma al tempo stesso un clan legato alle tradizioni e quindi al futuro di una figlia legato al matrimonio. Gedhys si sente stretta in queste regole e vorrebbe la libertà da tutti suoi doveri… avrà forse preso da qualche antenato??
Vreman, invece, è la parte maschile del racconto. E’ un cacciatore saggio e che darà la possibilità ai lettori, tramite alcuni suoi comportamenti, di riflettere su alcune tematiche della vita, delicate e difficili da affrontare.
Mi sono rivista molto in Gedhys, non solo per il fatto di essere un personaggo femminile, ma anche per molti suoi atteggiamenti che ho ritrovato simili ai miei.
Riguardo i personaggi secondari, anch’essi ben caratterizzati, mi ha colpito molto Arenn e la sua caparbietà, ma anche saggezza, in alcune scene:
All’alba di quello stesso giorno, decisi di prendere consapevolezza, una volta per tutte, di quanto le mie idee non avrebbero mai potuto conformarsi alle leggi e al modo di pensare della mia gente e compiere un atto con il quale avrei riscattato definitivamente la mia libertà.
Sapevo che mio padre non me lo avrebbe mai perdonato, che mi avrebbe disprezzato più di quanto non facesse già da tempo e che forse sarebbe giunto addirittura a rinnegarmi, ma non m’importava. Ged aveva ragione, avevo la possibilità di scegliere da solo il mio destino.
Aurora Nardoni è riuscita a mantenere alta la mia attenzione, nonostante le 600 pagine, e devo ammettere che non è facile gestire una quantità del genere, soprattutto quando si tratta di un fantasy ben strutturato in ambientazione e personaggi.
Avanzammo nella boscaglia veloci e silenziosi come l’ombra della Nera Svartha. Nessun suono accompagnava i nostri passi, se non quello degli stivali che affondavano nella terra umida e molle. Procedevo come mi aveva insegnato Gunnar. Gli occhi fissi sulla vegetazione dinanzi a me, la mano pronta sul manico dell’ascia e le orecchie tese a captare qualunque rumore sospetto.
Non solo descrizioni curate nei minimi dettagli, ma anche misteri da risolvere e personaggi non umani che suscitano curiosità nel lettore, aggiungendo, infine, brama di conoscenza riguardo la religione ed i miti presenti:
Colui che porta il segno del corvo ti mostrerà la via e sarà per te fonte di speranza, ma anche di un grande dolore…
Tieni d’occhio la via che conduce le navi ad Arfen…
Un potere a te destinato…”
Cosa poteva significare tutto ciò?
Qui mi fermo, consigliandovi di leggere questo romanzo, perché vi permetterà di vivere in un altro mondo, con nuove emozionanti avventure!
Grazie ancora ad Aurora Nardoni e a Quercia Edizioni