Hedera

Titolo: Hedera
Autore: Nicolò Targhetta, Ernesto Anderle, Irene Bruno, Eugenio Belgrado
Editore: BeccoGiallo
Data di pubblicazione: 3 giugno 2021
Genere: dark fantasy, gialli storici
Pagine: 369

Oggi vi parlo di Hedera, romanzo illustrato che mi ha conquistata ancor prima della sua uscita.

Ho seguito passo passo le tavole e le curiosità riguardo questo romanzo settimane prima della data d’uscita e l’ho assaporato durante le varie interviste agli autori e, finalmente, sono riuscita a recuperarlo ed ammirarlo pagina per pagina.

Vi parlo di un libro molto particolare, intriso di magia e natura, sentimenti ed emozioni legati a misteri ed elementi pagani…insomma perfetto per i miei gusti!

Eccovi la trama:

Dartmoor, Inghilterra, 1826. Il corpo di Edith Wilton, giovane donna dai lunghi capelli rossi, viene ritrovato senza vita sulla riva di un fiume, completamente avvolto da hedera helix o edera comune. A eseguire la sua autopsia è il dottor Charles Norland, un uomo di scienza tormentato dai ricordi della guerra anglo-nepalese, che si è da poco rifugiato nel Devonshire in cerca di pace. L’edera è ovunque, tra i capelli della ragazza, nei vestiti, fra le dita dei piedi, e la prima supposizione del medico è che si tratti di suicidio. Ma è solo l’ipotesi più logica di un mistero che ben presto perde ogni aspetto di razionalità e inizia a mietere nuove vittime. Chi era davvero Edith Wilton? La ricerca della verità sulla morte della ragazza dell’edera si trasforma lentamente in un’ossessione, trascinando il dottor Norland in una realtà popolata da antichi riti celtici e da una natura potente e inquieta. Una realtà primordiale che sfugge alle regole dell’uomo, di cui il villaggio di Dartmoor sembra essere la porta e la giovane Edith Wilton la chiave.

Il romanzo è ambientato nell’Inghilterra dell’800, più precisamente nel paesino di Dartmoor, un luogo apparentemente tranquillo ma che nasconde qualcosa.

E troviamo fin dall’inizio un giovane medico, il dottor Charles Norland, un uomo buono d’animo che si ritrova in questo paesino distaccato e bizzarro.

Tutto è tranquillo, fino alla morte della giovane Edith Wilton, trovata senza vita avvolta dall’edera.

E fin qui sembra una normalissima trama di un giallo, ma tutto diventa più bello quando iniziano a comparire maschere di animali e rituali in mezzo al bosco, affidando così un ruolo importante alla natura e alla magia.

Quattro autori dietro questo romanzo rendono il tutto meraviglioso, in ogni dettaglio, in ogni dialogo ed in ogni scena.

I capitoli si alternano tra il presente del medico ed il passato di Edith ancora in vita.

Davanti a me, nella neve come se fosse spuntata come un germoglio, c’era una volpe. Immobile, mi fissava come se l’avessi sorpresa a compiere qualcosa di sconveniente. Nonna diceva spesso che se le piante sono le orecchie della foresta, gli animali sono gli occhi. Pensavo fosse il suo modo poetico per raccontarmi la natura selvatica, ma ora, di fronte allo sguardo lucido di quell’animale, capii cosa intendeva.

Per un secondo il tempo si è fermato e, mi sento sciocca anche solo a scriverlo, la foresta mi ha parlato. Attraverso gli occhi della volpe l’ho sentita. Non era una voce, era una forza, un’energia che comunicava in modo diverso con me, col mio corpo, con la mia mente. Non era una visione, perché una visione prevede immagini, era una cascata di sensazioni.

A poco a poco il lettore viene a conoscenza degli altri abitanti e del passato che avvolge le famiglie e l’intero paese, e la suspense ha un ruolo importante, insinuandosi tra i pensieri e i sogni del dottor Norland.

Sogni che forse non sono solo sogni ma porte che permettono di visualizzare altro…chissà..

Ho camminato a lungo, ripensando all’immagine di lei nei miei sogni. Com’è possibile che non sappia nulla di lei, eppure riesca a ricordarmi così distintamente il suo odore. Era profumo di…

Senza rendermene conto mi sono ritrovato presso Rivery, dove è stato trovato il corpo. Il luogo del ritrovamento di Edith si è già dissolto nel fitto delle erbe selvatiche e, per un secondo, ho temuto di averlo perso, per sempre. Poi ho visto la lepre. Stava nell’erba alta, nel punto esatto dove era adagiato il corpo della ragazza. Mi guardava con occhi neri.

Quando mi sono avvicinato per esaminare il terreno, la lepre è fuggita. Presto è calata una densa nebbia e ha cominciato a fare freddo…

Un thriller gotico che mi ha lasciata senza parole per la bellezza delle illustrazioni e la linearità della storia.

Nessun difetto nella storia, o nei personaggi, e neanche nel suo sviluppo… insomma, le mie aspettative (che erano alte) sono state abbondantemente superate con maestria e creatività.

Per non parlare del finale poi, che mi ha conquistato e mi ha fatto riflettere sulle tante scelte che la vita ci pone davanti, e che spesso non abbiamo il coraggio di afferrare all’istante.

Ed infine una piccola curiosità sull’edera:

Pianta legata al mito di Dionisio, Dio conosciuto per la vite, il vino e le danze orgiastiche, in realtà ha come pianta simbolo sia l’edera e sia la vite. Due piante con simbologia completamente opposta, poiché l’edera rappresenta la purezza.

Purezza, quindi, che nel caso del libro avvolge il corpo della giovane Edith.

Ma l’edera è anche simbolo di immortalità, l’eternità dello spirito e della natura.

E con questa curiosità vi lascio, perché non voglio anticiparvi nulla, ma al solito cerco di piantare in voi quella piccola curiosità necessaria a farvi leggere questo meraviglioso romanzo.

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