
Autore: Madeline Miller
Editore: Sonzogno
Data di pubblicazione: 21 ottobre 2021
Genere: narrativa, mitologia
Pagine: 72
Nell’immagine sopra non troverete nessun oggetto vicino al libro, perché non sono riuscita a trovare qualcosa che potesse descrivere appieno le forti sensazioni che l’autrice suscita con questo racconto. Non mi era mai capitato, ma c’è sempre una prima volta.

Oggi vi parlo di un libro delicato ed attuale, un libro che mi è stato regalato e che desideravo fin dalla sua uscita, e che mi ha lasciato esterrefatta per la sua bellezza ed unicità.
Sto parlando di Galatea di Madeline Miller, ed eccovi al solito, la trama:
Galatea, la statua che la dea Afrodite ha reso viva in uno slancio di benevolenza verso Pigmalione, il grande scultore greco, è ora una donna a tutti gli effetti: la sua bellezza uguaglia, o probabilmente supera, quella della marmorea opera d’arte del suo creatore. Dopo averla presa in moglie, l’uomo pretende che lei lo ripaghi incarnando altissime virtù di obbedienza e umiltà, assoggettandosi al suo desiderio. Così, per quanto Galatea provi un sottile piacere nell’usare la propria avvenenza per manipolare lo sposo, in lei comincia a farsi strada un sentimento di ribellione. Nell’ossessiva speranza di fermarla, il marito la tiene sotto stretta sorveglianza in una clinica, controllata da dottori e infermiere. Ma quando le nasce la figlia Pafo, in Galatea si desta un vigile istinto materno, pronto a esplodere al primo segno di pericolo. Ormai è troppo tardi per ostacolare la decisione di spezzare le catene della sua prigionia, costi quel che costi.
La Miller aveva già pubblicato questo breve racconto diversi anni fa, e la casa editrice Sonzogno l’ha pubblicato in italiano a fine 2021 come edizione illustrata dalle mani della bravissima Ambra Garlaschelli.
Devo ammettere che, dopo aver sfogliato la versione originale, preferisco di gran lunga quella illustrata perché mi ha permesso di dare un volto ai personaggi ed alle scene, e soprattutto ha reso per immagini le sensazioni negative e opprimenti del personaggio di Galatea.
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Come avete già capito dalla trama, si tratta di un retelling, cioè una rivisitazione di una grande storia, che viene modificata ed appunto rivista in un’epoca o cultura diversa.
La Miller, in questo caso, riprende il mito di Pigmalione scritto da Ovidio nelle Metamorfosi.
Ecco un breve riassunto per gli sprovveduti:
Pigmalione era re di Cipro e scultore, ed aveva un atteggiamento arrogante nei confronti dell’amore e delle donne, pensando che nessuna donna esistente potesse vivere insieme a lui ed essere amata come moglie. Così creò una statua cosi bella e perfetta che se ne innamorò, e chiese alla Dea Afrodite di trasformarla in essere umano cosi da poterla prendere in moglie.
Afrodite realizzò il suo desiderio e cosi la coppia si sposò ed ebbe una figlia, Pafo.

Fin qui tutto bene, ma la Miller narra il resto della storia dal punto di vista della donna, Galatea, come suggerisce il titolo.
La protagonista è una donna vittima del marito e del suo atteggiamento viscido. Vittima in questa relazione tossica, che sa di non poter cambiare, per non mettere in pericolo la vita della piccola figlia innocente.
La Miller scava nel cuore del lettore, mostrando questa protagonista fragile e violata giorno dopo giorno da suo marito, il suo creatore.
Galatea diviene un oggetto di piacere, proprio come una statua, un oggetto che viene utilizzato e posato, anche se statua non lo è più da molti anni.
Galatea adesso vive in una clinica psichiatrica, obbligata ad assumere medicinali e a soddisfare i bisogni del marito.

Tutto questo viene narrato con dialoghi diretti ed il pensiero costante di Galatea, proprio come se parlasse con noi:
Era quasi tenero il modo in cui si preoccupavano per me. «Com’è pallida» ha detto l’infermiera. «Deve stare tranquilla finché non riprende il colorito.»
«Il mio colorito è questo» ho detto io. «Perché una volta ero di pietra.»
Ed ecco lo sguardo femminista della Miller che viene fuori da questo racconto, narrando di un argomento che, per quanto antico, è purtroppo molto attuale: l’abuso di forza del marito padrone.
Nel momento in cui l’ho letto sono rimasta senza parole per ogni scena ed ogni atteggiamento, e soprattutto mi sono soffermata a riflettere sul fatto che, in alcune famiglie, tutt’oggi, queste situazioni sono all’ordine del giorno e considerate “normali” da coloro che le vivono.
Quando mi informai di questo libro, dopo i primi giorni dall’uscita, sapevo si trattasse di un retelling crudo ed attuale, ma non mi aspettavo fino a questo punto.
Galatea mi è entrato dentro, l’ho sentito colpire forte al cuore ed alla mente, e provocare in me emozioni veramente forti.